Casalotti forza 9, Fargnoli: "Stiamo gettando le basi per un grande futuro". Ferretti: "Noi una mina vagante, ma voliamo bassi"

05/02/2024

Intervista a Pietro Fargnoli e Massimiliano Ferretti, due degli artefici della grande stagione del Casalotti

È senza dubbio la squadra del momento nella Lega Calcio a 8. Parliamo del Casalotti, che tra campionato e coppa Italia vince ininterrottamente da 9 partite e guarda al futuro con entusiasmo. Sembrano lontane le difficoltà vissute nelle ultime due stagioni, con la squadra stabile nelle zone basse della classifica. In estate è arrivata infatti la rivoluzione, con l’avvento in società dell’onorevole Marco DI Stefano, che al fianco di Pietro Fargnoli, sta traghettando la squadra verso un futuro luminoso. Meriti anche di mister Massimiliano Ferretti, arrivato in corso d’opera dopo gli anni vincenti con Roma e Laurentino, e pronto a guidare i suoi ragazzi verso i massimi obiettivi. Una società che, come ci ha spiegato il co-presidente Pietro Fargnoli, vuole brillare in campo ma anche fuori dal rettangolo verde, con iniziative volte al sociale che arricchiscono la storia di questa splendida realtà. Queste le parole di Pietro Fargnoli e del tecnico Massimilaino Ferretti.

INTERVISTA FARGNOLI

Partiamo all'attualità. Siete la squadra più in forma del campionato, con 9 vittorie consecutive. È il miglior Casalotti degli ultimi anni? 
"Nove vittorie sono un grande risultato, la miglior difesa fino ad ora, una semifinale di coppa Italia raggiunta. Nel mondo dell’ippica si dice che i cavalli di razza si vedono all’arrivo, quindi vediamo dove arriverà questo Casalotti. E’ innegabile che, scorrendo le immagini dei campionati fin qui disputati, risulta evidente che questa squadra sia di grande qualità e costituita da un gruppo meraviglioso di ragazzi. Negli anni passati abbiamo avuto giocatori con forti personalità caratteriali o magari individualità calcistiche di buon livello. La squadra di oggi ha un punto di eccellenza che fa la differenza: la collegialità, il gruppo. Basta guardare le ultime partite di campionato disputate, in cui è emersa in maniera evidente la diversità rispetto al passato, il grande spirito di sacrificio, il non volersi mai arrendere ed il correre in aiuto del compagno in difficoltà. Questi sono stati, e sono tuttora, i punti di forza che hanno contribuito in maniera determinante a raggiungere questi risultati.  Se lei mi chiedesse di fare il nome di un giocatore in particolare avrei difficoltà nell’indicarglielo, proprio per questa grande voglia di fare bene che hanno tutti quanti. Se guardiamo l’ultima partita disputata, abbiamo avuto in campo dei veri gladiatori con la bava alla bocca: questo è il nostro spirito, accompagnato da tanta voglia di divertirci. Oggi il Casalotti è una squadra che poggia le fondamenta su un intero gruppo e non su qualche singolo di qualità come è avvenuto in passato. Il nostro motto è “Cuore e Orgoglio” e tenendo sempre presenti queste parole, affrontiamo ogni sfida giocando con il cuore, lottando e onorando la nostra maglia."

Tornando a ritroso, quest'anno ci sono state tante novità, a cominciare dall'assetto dirigenziale/societario...
"Quest’anno rappresenta il punto di riorganizzazione generale del Casalotti. L’entrata in società di un uomo delle istituzioni come Marco Di Stefano rappresenta quella grande voglia di strutturare e di completare quell’assetto societario che in quest’ultimo periodo è mancato. Nuova linfa vitale, tanta energia e soprattutto quella grande voglia di fare, con l’obiettivo di divertirci e di vincere. Sono senza ombra di dubbio i punti da cui sta partendo la presidenza di Marco di Stefano, che pochi sanno, ma è cresciuto nel quartiere di Casalotti…quartiere a cui è da sempre legato. È proprio da queste radici che è stata mossa la voglia di aiutare una società che veniva da due bruttissime stagioni. Ma non c’è soltanto questa novità nel New Deal del Casalotti. È doveroso menzionare quella che è “l’eminenza grigia” del Casalotti e cioè il Direttore Sportivo Stefano Melis, che terminata l’esperienza con il Peperino si è messo a disposizione della nostra società dove ha dimostrato e sta dimostrando con il continuo e costante lavoro, di essere un grande professionista: a lui va il merito di aver allestito una squadra di valore in poco tempo. In ultimo, ma non per ordine di importanza, il nostro viceallenatore Giovanni Mandarino, la cui storia calcistica è agli occhi di tutti e che rappresenta il punto di riferimento di tutti quanti, dalla presidenza ai nostri ragazzi: se non ci fossa bisognerebbe inventarlo…come Mandrake.”

Come nasce l'idea di affidarsi ad uno dei tecnici più vincenti del movimento come Ferretti? 
“L’idea nasce dalla fallimentare prima fase di campionato in cui abbiamo inanellato 6 sconfitte consecutive, accompagnate da tanta confusione ed approssimatezza. Era necessario cambiare direzione e prendere scelte coraggiose. Il nostro Presidente Marco Di Stefano è senza ombra di dubbio una persona che di coraggio e forza ne ha da vendere e si è deciso di riorganizzare tutto. Mister Ferreti, che è una persona con la quale ho sempre avuto un rapporto di stima e rispetto da sempre, poteva rappresentare lo strumento per provare a cambiare tutto, e così è stato. Sicuramente accettare una sfida folle e unica, come quella che rappresentava il Casalotti, non era alla portata di tutti. Mister Ferretti ha accettato l’ennesima sfida ed è il condottiero di questo gruppo fantastico, che senza nasconderci, affronta tutti gli avversari a testa alta”.

Lei è nella LC8 ormai da parecchi anni, sente che questo potrebbe essere l'anno giusto per vincere un trofeo o è un punto di partenza per il futuro? 
“Vincere un trofeo non è cosa semplice, anche perché il campionato e le altre competizioni sono distanti: essere partiti tardi ed avere la concorrenza di squadre con più esperienza e molto ben strutturate, non ci permette di fare sogni e noi non li faremo. Senza ombra di dubbio, quest’anno stiamo gettando le basi per presentarci ai nastri di partenza del prossimo campionato ben organizzati e con la forza di poter provare ad uscirne vincitori. Ormai la Serie A della Lega calcio a 8 è diventata un campionato di altissimo livello dove bisogna presentarsi organizzati e strutturati ai massimi livelli, altrimenti non si riesce a raggiungere alcun obiettivo, rimanendo immobili come una barca quando è in balia delle onde di un mare in tempesta. Il Casalotti del prossimo anno parte dalle fondamenta che stiamo gettando ora”.

Il Casalotti, con lei in prima persona, è sempre stato impegnato nel sociale. Avete progetti all'orizzonte? 
“La storia del Casalotti parte in primis dall’impegno per il sociale e successivamente per quello calcistico.   Siamo convinti che lo sport debba essere un vessillo di valori trasmissibile in qualsiasi modo e che attraverso lo sport possano essere più forti ed incisivi. Premesso ciò, senza ripercorrere tutte le battaglie da noi intraprese per il sociale in passato, non ultima la sensibilizzazione verso le malattie neurodegenerative fatta durante la partita di campionato del 21 dicembre contro la Lazio c8, a cui va sempre il nostro ringraziamento per averci supportato ed aiutato nella realizzazione dell’iniziativa stessa, e che ha visto purtroppo mia figlia Martina come eroina di un problema che sta affliggendo la nostra società e tantissimi giovani. Oggi stiamo lavorando per la realizzazione di un convegno che si terrà il 24 febbraio nel nostro quartiere e che avrà proprio come tema il rapporto tra Sport ed impegno sociale. Oggi sono molti i giovani che vivono una crisi d’identità capace di innescare sentimenti di insicurezza, vulnerabilità e fragilità. E’ proprio in un contesto simile che lo sport, come veicolo educativo, ha un ruolo centrale, poiché forma le persone in quanto tali, ancor prima degli atleti. All’evento parteciperanno sia Enti di promozione sportiva, sia società di calcio che federazioni agonistiche, le quali saranno chiamate a rappresentare quello che è il loro impegno sociale attraverso lo sport. Crediamo che, anche attraverso iniziative come questa, si possano sensibilizzare le istituzioni nell’aiutare lo studio, la ricerca e tutto quel mondo associativo che spesso è il punto di riferimento per le tante categorie sole ed in cerca di aiuto. Lo sport, e tutto quello che può rappresentare il mondo che si viene a creare intorno a un evento o una competizione, possono avere la forza di diventare riferimento di categorie e mondi in difficoltà. Attraverso lo sport possiamo aiutare il prossimo, ed il prossimo potrebbe essere chiunque.”

INTERVISTA FERRETTI

Come nasce l’idea di sposare il progetto Casalotti?
“Dopo l’esonero dalla Roma alla seconda partita, anche il viceallenatore Giovanni Mandarino è andato via. Eravamo un po’ delusi da quello che era successo ed eravamo in attesa. Ci ha contattato qualche squadra e alla fine abbiamo scelto il progetto Casalotti perché ci intrigava di più, una squadra che dopo 6 partite aveva fatto zero punti, volevamo provare a fare un miracolo. Grazie a Stefano Melis abbiamo completamente rifatto la squadra, qualche giocatore come Blandino e Desideri li ho portati anche io. Dopo 9 partite abbiamo fatto 9 risultati utili”

È previsto qualche nuovo arrivo?
“Abbiamo tesserato 2 giocatori di Serie D per le eventuali fasi finali. Sono dell’opinione che chi si merita di stare in squadra sono i ragazzi che ci hanno guidato durante tutta la stagione. Il nostro obiettivo inizialmente era salvarci, ora che siamo in zona playoff ci piacerebbe farli. Noi di fatto siamo partiti con -18 punti, forse un paio di acquisti mirati, in grado di fare la differenza, potrebbero esserci”

Questo è un Casalotti che guarda anche al futuro. Questa squadra potrà arrivare a vincere la Serie A?
“Il progetto del Casalotti è bellissimo, un progetto grande fatto dall’Onorevole Marco DI Stefano e da Pietro Fargnoli. Loro due hanno messo in piedi una realtà che già dal prossimo anno abbia delle basi solide per poter arrivare in fondo e provare a vincere qualche cosa. Quest’anno siamo una mina vagante. Io lo dico sempre, ci sono squadre molto più attrezzate di noi con allenatori fortissimi, penso a Zigrossi, Benedetti, D’Amora, Cancellieri purtroppo è andato via: insomma il gotha degli allenatori. Ma noi voliamo bassi”

Quale squadra l’ha impressionata di più?
“Mi è piaciuta molto la Lazio, abbiamo vinto due volte in casa loro ma hanno un potenziale enorme. Giocano insieme da anni ed hanno un’identità ben precisa. Ci sono tutte squadre attrezzate, gli stessi Canarini Roma, la Roma è veramente una bella squadra. Nell’ultima gara ce l’abbiamo messa davvero tutta per vincere 3-0. Basta guardare la classifica, sono tutte lì sopra. Ma la Lazio ci ha abituato a venire fuori nella fase finale.”